Monza, manifestazione contro il razzismo

«La discriminazione razziale si può eliminare soltanto sradicandola dai comportamenti individuali». Così il presidente di Anolf Lombardia, Luis Lageder, alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale che si celebra domani 21 marzo.

«La discriminazione razziale è tanto più odiosa, umiliante ed emarginante perché colpisce un tratto distintivo irrinunciabile dell’identità di una persona e ne aggredisce quindi la dignità – sottolinea -. Sono gli atteggiamenti che, pur non traducendosi necessariamente in atti razzisti strutturati e consapevoli, sorreggono un clima sociale e delle relazioni di tolleranza ed approvazione degli atti discriminatori».

«È determinata – prosegue – dalle forme più diverse di ignoranza, paura, pregiudizio, stereotipo. Non necessariamente ha un fondamento ideologico strutturato. È anzitutto personale. Può anche non essere intenzionale. Può essere istituzionale e sistemica come nel caso di una legge che, apparentemente neutrale nelle sue basi legali o politiche, determina una disparità illecita».

«Dobbiamo registrare – aggiunge Lageder – che la discriminazione razziale è diffusa nella nostra società sul piano strutturale, istituzionale e individuale. E questo determina preoccupazione Ma ben più importante deve essere la scelta di occuparcene, con una proposta di riflessione che scelga di svolgere un lavoro di prevenzione, di sensibilizzazione – nei sindacati – di affermazione, di incisione sulla qualità delle relazioni».

Proprio per dire no a qualsiasi forma di discriminazione, sabato 23 marzo (ore 14,30) si terrà a Monza (piazza Trento e Trieste) una giornata di mobilitazione delle associazioni e dei cittadini brianzoli. A promuoverla un gruppo di organizzazioni locali, tra i quali la Cisl Monza Brianza Lecco. «Noi siamo antifascisti e antirazzisti – spiegano gli organizzatori -. Noi ci battiamo per il riscatto dei più deboli e per scelte radicalmente diverse in materia di immigrazione, di politiche di inclusione e di lotta alle diseguaglianze e alla povertà. Noi ci mobilitiamo perché immaginiamo e vogliamo vivere in un territorio, un’Italia e un’Europa che siano più giuste, più aperte e più felici».