Allarme truffe, 300 casi nel 2018

Da Mb News

Sono quasi 300, nel 2018 e solo in Brianza, le vertenze portate avanti da Adiconsum, l’associazione a tutela dei consumatori, costituita nel 1987 su iniziativa della Cisl. Un totale che non sembra migliorare. «il primo trimestre del 2019 – testimonia Sergio Colombo, presidente dell’associazione – si mantiene sulla stessa linea dello scorso anno».

«Operiamo in piena autonomia in difesa dei consumatori». È lo slogan di Adiconsum, proprio quando, oggi più che mai, la sicurezza dei consumatori è giornalmente minata. I soggetti più colpiti, purtroppo, sono gli anziani. Facili prede, che per la loro genuinità cadono nei tranelli e che spesso non sanno nemmeno come difendersi. I carnefici, invece, sono gli operatori telefonici o meglio i soggetti terzi, ossia i call center, che operano a loro nome e per loro conto. Dati alla mano, su un totale di circa 280 pratiche, 174 riguardano i servizi postali e di telecomunicazione.

La denuncia del fatto arriva proprio da Adiconsum. «Attenzione – spiega Colombo – basta un semplice sì telefonico per trovarsi tra le mani un contratto fittizio validato legalmente». Il «gioco» è semplice, basta rispondere in modo affermativo ad una qualsiasi domanda, per trovarsi titolari di un contratto si cui non si è nemmeno parlato.

A renderlo effettivo, per l’appunto, è il «sì» pronunciato. «Altre volte – sottolinea il presidente Adiconsum – si è convinti di aver firmato un contratto con date condizioni, per poi ritrovarsi con tutt’altro operatore a tariffe differenti da quelle paventate». Sembra assurdo, ma purtroppo è quello che succede. «D’altra parte – precisa Colombo – le compagnie telefoniche, ovviamente, non giustificano il fatto e si sono sempre dimostrate disponibile nel giungere ad un accordo di conciliazione con il consumatore». Questi soggetti vengono quindi multati e nei casi più gravi, gli viene tolta la licenza di collaborazione.

Non basta, verrebbe da dire. A questi casi non si dovrebbe proprio giungere. Di fatto, quello dipinto è uno scenario preoccupante con cui è necessario fare i conti. Soprattutto perché diventa complicato uscirne, in special modo se non si è coadiuvati. Precisa in tal senso Colombo, «che su una media di 10 persone che subiscono il raggiro, da noi ne arrivano solo 3. In aggiunta – chiosa – spesso gli utenti vengono minacciati con lettere di recupero credito». Oltre il danno la beffa, quindi. Non sembra esserci via di uscita, se non quella di pagare ciò che non si è chiesto.

Una via di uscita per fortuna c’è. Ed è proprio qui che si posiziona Adiconsum. L’associazione rappresenta un ponte di collegamento tra il privato e l’erogatore di servizi. «È sufficiente spiega Colombo – che il soggetto ci porti tutta la documentazione prodotta che noi ci occupiamo di fare da mediatori e giungere ad un patto di conciliazione. Le pratiche – precisa Colombo – grazie al nostro intervento vengono nella maggior parte dei casi risolte».

Sarebbe meglio, si è detto, non giungere affatto a queste situazioni. Questo il motivo per cui Adiconsum, oltre ad occuparsi della contrattazione e della tutela, si occupa anche di sensibilizzazione. «Ci teniamo a promuovere cultura in tal senso – testimonia Colombo – ed è per questo motivo che organizziamo iniziative finalizzate a fornire un maggior livello di conoscenza».