«Incidenti sul lavoro servono investimenti»

Il settore necessiterebbe maggiori investimenti di risorse umane e di strumenti di prevenzione. Purtroppo resta ancora molto da fare sul comparto della sicurezza sulle aree di lavoro. I numerosi incidenti mortali lo dimostrano: a livello nazionale, a oggi, sono stati 248, un dato che sale a 505 se si comprendono anche i morti in itinere, ossia avvenuti nel tragitto casa-lavoro e viceversa. Nella sola Brianza sono 5 i lavoratori che hanno perso la vita sul luogo di lavoro. Dati evidenziati nel corso dell’attivo unitario Cgil, Cisl e Uil dei delegati e dei rappresentanti dei lavoratori della sicurezza (Rls).

Il tema è molto sentito tra i lavoratori. La conferma arriva anche dagli oltre 200 partecipanti all’incontro ospitati al Teatro Binario 7 di Monza. Questo appuntamento fa parte di una serie di iniziative promosse dai sindacati per tenere alta l’attenzione sulla questione: Cgil, Cisl e Uil brianzole si ritroveranno venerdì 7 giugno per la marcia degli Rls, che in mattinata partirà dalle sede Inal per concludersi davanti alla prefettura di Monza.

Monza e Brianza, in Lombardia, è la seconda provincia per quanto riguarda i livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro. Davanti c’è solo Milano. «Non è, ovviamente, un dato sul quale cullarsi – precisa Giacomo Pintus, capo di gabinetto della Prefettura di Monza e Brianza –, ma una base di partenza per migliorare ulteriormente».

Durante l’incontro è stata evidenziata la necessità di aumentare il numero dei controlli nelle aziende che, al momento, sono limitati. «La percentuale di ispezioni nei luoghi di lavoro da parte dell’Ats non supera il 5% – precisa Giulio Fossati, membro della segreteria provinciale della Cgil –, questo significa che un’azienda verrebbe controllata una sola volta ogni 20 anni. Ad ogni modo, a migliorare leggermente il dato ci pensa la nostra Ats, che in Brianza raggiunge l’8».

«Serve un sistema di controlli più intenso – dichiara Pierluigi Rancati, membro della segreteria regionale della Cisl –, in Lombardia le ispezioni hanno interessato 30mila aziende su 480mila».

«C’è un rapporto di collaborazione tra i diversi soggetti interessati – Elena Rovati, Rlst Uil Brianza –, ma resta ancora da percorrere un bel pezzo di strada».

Le organizzazioni sindacali hanno fatto notare come alcuni provvedimenti del Governo non facilitino il contrasto agli infortuni sul lavoro. Il Decreto «Sblocca cantieri», per esempio, ha ampliato la possibilità del subappalto dal 30 al 50%. Inoltre, il taglio delle tariffe Inail per tre anni ha ridotto la premialità delle aziende che investono di più in sicurezza.

Alcuni Rls hanno evidenziato le difficoltà del proprio ruolo: «In riunione – afferma un Rls del settore metalmeccanico – siamo tutti d’accordo, ma una volta in fabbrica ci troviamo ad affrontare i problemi da soli».