CHIUSURA PUNTI NASCITA CASA DI CURA MANGIONI, LAVORATRICI A RISCHIO

Il  confronto sindacale con la Casa di Cura Mangioni vede il rimpallo di risposte fra Direzione e ASL, e le lavoratrici rischiano il posto di lavoro.

L'incontro dei giorni scorsi fra la Direzione generale di “G.B. Mangioni Hospital” di Lecco e le Categorie  della funzione pubblica FP CGIL, FP CISL, FPL UIL  territoriali con la rappresentanza aziendale dei lavoratori, dopo l'ufficializzazione della chiusura del punto nascita, una volta chiamato reparto Ostetricia-Maternità, previsto da fine dicembre prossimo.
A fronte delle pressanti richieste sul futuro occupazionale delle dieci lavoratrici occupate nin Ostetricia, l'amministratore delegato della Casa di Cura, dott. Simone Buda,  ha risposto con categoriche affermazioni:
– la chiusura del punto nascita della “ Mangioni” al 31/12/2014 è ineludibile
– la direzione aziendale non conosce i contenuti del progetto messo in campo dall'ASL per la riorganizzazione del punto nascita e approvato dalla Regione Lombardia in seno alla delibera di chiusura
– la direzione sta ancora trattando con l'ASL per la riassegnazione del budget tagliato con la chiusura dell'ostetricia.
La casa di Cura Mangioni Hospital farà partire a breve  la procedura di messa in mobilità per arrivare al licenziamento collettivo.  
L'ASL di Lecco, a luglio scorso a fronte dlle prime avvisaglie della chiusura dei punti nascita, manifestava l'impegno non solo di evitare disagi alle partorienti ma anche di impeganrsi per  una progettualità che potesse coinvolge gli operatori interessati alla chiusura del reparto: la casa di cura dice di non conoscere le volontà dell'ASL  anche se ammette di essere in trattativa sulla riassegnazione del budget. Non vorremmo che il destino delle lavoratici rimanga incastrato nelle dinamiche di casa di Cura e ASL.  Le lavoratrici non possono aspettare le lettere di licenziamento, la domanda e offerta di servizi sanitari deve valorizzare le competenze e professionalità esistenti  per rispondere ai bisogni e domande del territorio, evitando i licenziamenti decisi dalla Casa di Cura Mangioni, che svolge un servizio pubblico con risorse pubbliche.