Mercatone Uno, la partita non è chiusa

Più di duecento lavoratori erano presenti questa mattina al presidio davanti alla Mercatone Uno a Cesano Maderno. Oltre ai dipendenti del punto vendita c’erano anche quelli di Legnano, Ossola, Trecate, Caltignaga (Novara), Castegnato (Brescia). Insieme hanno chiesto «giustizia».

Fallimento improvviso

Il fallimento ha travolto il gruppo. Sabato scorso si è registrata l’improvvisa chiusura dei negozi a seguito della sentenza del Tribunale fallimentare di Milano.Oltre ai 1.800 dipendenti che rischiano di perdere il posto di lavoro, la procedura ha ripercussioni anche su migliaia di clienti che si sono affidati al mobilificio italiano per l’acquisto di cucine, salotti e camere da letto. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano «La Repubblica»: nella pancia della società ci sono 3,8 milioni di euro di acconti versati da circa 20.000 consumatori. Denaro che, come spesso accade in casi come questi, non sarà facile farsi restituire (chi avesse bisogno di assistenza può rivolgersi all’Adiconsum, l’associazione consumatori della Cisl).

Lunedì, Luigi Di Maio, vicepremier e ministro dello Sviluppo economico ha convocato un tavolo sulla crisi al quale hanno partecipato, oltre allo stesso Di Maio, anche i curatori fallimentari della Shernon Holding (la società la segretaria generale Filcams Cgil Sabina Bigazzi, la segretaria della Fisascat Cisl Aurora Blanca e il segretario generale Uiltucs Stefano Franzoni. Al termine dell’incontro il ministro del Mise Luigi Di Maio ha dichiarato a proposito del fallimento di Mercatone Uno: «Giovedì [30 maggio] tavolo con creditori e fornitori. Obiettivo minimo da attuare subito è la Cigs per i lavoratori. Il tribunale di Bologna deve autorizzare la procedura di amministrazione straordinaria e riprendere l’esercizio provvisorio il prima possibile, così da consentire il ricorso agli ammortizzatori sociali».

Fisascat: seguiremo la vertenza

Aurora Blanca, segretaria generale Fisascat Cisl, ha commentato: «È stato un provvedimento disposto dal Tribunale di Milano, misura necessaria per non svendere la proprietà immobiliare e la merce e salvaguardare l’occupazione. Saremo presenti al prossimo tavolo, previsto per il 30 maggio, insieme alle Regioni e ai fornitori: si tratta di una misura di urgenza per ristabilire un clima di fiducia, sono coinvolti non solo 2100 lavoratori di Mercatone Uno, ma anche le 10.000 famiglie rispondenti alle 500 società fornitrici».