«Giusto il rinvio Ddl Pillon»

«Con sollievo, apprendiamo la notizia del rinvio a settembre del Ddl Pillon. Il provvedimento riceve una battuta d’arresto anche grazie alla mobilitazione dei sindacati e delle associazioni che si sono prontamente attivate». Le segreterie provinciali di Cgil Monza e Brianza, Cisl Monza Brianza Lecco e Uil Monza e Brianza esprimono soddisfazione per la notizia del rinvio a settembre del contestato Ddl Pillon. La discussione del disegno di legge n. 735, infatti, era da poco ripresa in Commissione Giustizia al Senato dopo essere stata già ampiamente contrastata mesi fa dalle associazioni e dai sindacati.

I sindacati della Brianza (ma anche quelli di Lecco) si erano attivati subito inviando una lettera aperta, già ieri mattina, alle Lettera alle forze politiche e a tutti i parlamentari di Camera e Senato eletti nei collegi afferenti al territorio di Monza e Brianza 8e Lecco) per chiedere un’azione di contrasto nei confronti di «un modello di famiglia anacronistico». Una lettera simile era stata indirizzata al Prefetto Patrizia Palmisani (e al Prefetto di Lecco, Michele Formiglio) con la richiesta di un incontro.

«Il Ddl Pillon – spiegano le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil – evidenzia una logica “adultocentrica”, contraria all’interesse del minore, considerato di fatto come un “bene materiale” da dividere a metà».

Diversi gli aspetti segnalati dalle organizzazioni sindacali. In merito, per esempio, alla mediazione familiare obbligatoria in presenza di figli minori, la preoccupazione di Cgil, Cisl e Uil è quella di «un grave arretramento per le libertà e i diritti civili, in particolare delle donne e dei minori vittime di violenza».

Per quanto riguarda la cancellazione dell’assegno di mantenimento e il mantenimento diretto dei figli, secondo le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil «la suddivisione delle spese di sostentamento della prole ignora le disuguaglianze presenti tra i due generi», mentre l’introduzione della previsione automatica e obbligatoria dei tempi di permanenza presso ciascun genitore «non considera le esigenze di stabilità e serenità di un bambino».

Oltre al merito, i sindacati hanno puntato il dito anche sul metodo con il quale si è tentato di approvare il provvedimento: «Inaccettabile avviare una discussione su tematiche così delicate senza un ampio confronto nelle istituzioni e con la società civile, per di più nel mese di agosto».

Scampato l’immediato pericolo, le organizzazioni sindacali aspettano di essere convocate dal prefetto e dalle forze politiche, ma avvertono: «Oggi c’è la soddisfazione di aver vinto una battaglia, ma non abbassiamo la guardia: i diritti vanno difesi ogni giorno».