Carcano, sciopero soft

«Vogliamo essere ascoltati e chiediamo che l’azienda ci dia risposte chiare». È quanto chiedono i lavoratori della Carcano che, per sostenere le loro posizioni, oggi, 8 novembre, hanno scioperato mezz’ora in ogni turno nella sede di Mandello. È la seconda iniziativa dopo un primo sciopero avvenuto la scorsa settimana.

Una mobilitazione che, spiegano i rappresentanti sindacali, vuole essere un segnale lanciato alla direzione dell’azienda e a tutto il consiglio di amministrazione: «Non parliamo di una realtà produttiva problematica – chiariscono Maurizio Oreggia della Fiom Cgil e Emilio Castelli della Fim Cisl – È un’azienda che fino al 2018 ha registrato performance molto positive, è il primo anno che la Carcano vive un rallentamento dovuto però a situazioni di mercato, in particolare all’effetto dei dazi degli Stati Uniti nei confronti della Cina che hanno riversato l’alluminio prodotto dai cinesi sul mercato europeo e sul nostro territorio».

L’azienda sta facendo ricorso alla cassa integrazione per il sito produttivo di Delebio per 13 settimane di ammortizzatore fino a fine anno anche se si stimerebbe l’utilizzo di sole tre settimane effettive.

«La nostra preoccupazione – spiegano i sindacalisti – riguarda Mandello (200 dipendenti circa) in quanto da sempre nel gruppo Carcano è stato il sito più debole rispetto a quelli di Andalo e Delebio. E’ stato avviato un tavolo di confronto con l’azienda. Ci aspettiamo risposte riguardo alle strategie, gli investimenti con il coinvolgimento dell’intera rappresentanza sindacale e continuità riguardo alla contrattazione di secondo livello. L’azienda ha ancora investimenti da realizzare, vogliamo avere garanzie che ci sia la volontà di tenere alto lo sviluppo del sito di Mandello».