Incidenti sul lavoro, 2019 terribile

Il 2019 è stato l’annus horribilis per gli incidenti e le morti sul lavoro. Nei primi undici mesi del 2018 a Monza e in Brianza si erano verificati 7530 infortuni dei quali sette mortali, nello stesso periodo del 2019 gli infortuni totali sono scesi a 7.515, ma quelli mortali sono saliti a 14. Tendenza simile anche nel Lecchese dove gli infortuni sono saliti da 3.415 a 3.417 e quelli mortali da tre a cinque. A confermarlo i dati forniti dall’Inail relativi alle denunce di infortuni in Lombardia.

L’andamento locale rispecchia quello regionale. Anche in Lombardia sono aumentati gli infortuni mortali sul lavoro ed è solo minimale la diminuzione degli incidenti totali. Nei mesi da gennaio a novembre 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018: gli infortuni mortali sono passati da 150 a 154; gli incidenti sono scesi da 110.678 a 110.152. In rapporto a tutte le altre regioni del Nord, quindi, la Lombardia conferma il suo triste primato di regione con il più alto numero di infortuni mortali, peraltro in aumento.

Il numero degli infortuni mortali, secondo i responsabili della Cisl Lombardia, conferma un andamento fortemente negativo, a sottolineare che si tratta di una tendenza non occasionale che ha urgentemente bisogno di un’azione di contrasto, sia applicando prontamente le intese raggiunte con Regione Lombardia, sia recuperando, a partire dai datori di lavoro e dalle istituzioni, quella dimensione di responsabilità e centralità che va data alla salute e sicurezza.

Il trend di aumento degli infortuni mortali dura ormai da tre anni e vede fortemente impegnata la Cisl Lombardia per un’inversione di tendenza. «Crediamo che il risultato di infortuni mortali zero possa essere un obiettivo reale, anche se certamente non semplice. Ma non può essere perseguito solo da chi rappresenta i lavoratori – afferma Pierluigi Rancati, segretario regionale Cisl Lombardia con delega alla salute e sicurezza -. I dati ci dicono inequivocabilmente che la stessa attenzione non c’è da parte di tutti. La prevenzione e la tutela della salute e sicurezza sono un investimento e non un costo. Non lo dice solo la Cisl, ma lo impone la norma di legge e lo esige la realtà fotografata dai dati».

Dall’analisi dei dati relativi agli infortuni mortali nel periodo gennaio-novembre 2019 sul 2018, emerge un calo del 47% (da 19 a 10 casi) per il genere femminile e un aumento del 10% (da 131 a 144 casi) per il genere maschile. Per quanto riguarda le fasce di età, si evidenzia un aumento dei casi tra i 20 e i 29 anni (+65%) e tra i 45 e i 54 anni (+34%).

Quanto ai macro settori, gli infortuni mortali sono più numerosi nell’industria e servizi (141 casi) confermando il dato già presente nel 2018. In agricoltura aumentano da 5 a 12; diminuiscono nel settore pubblico, da 4 a 1.