Adidas e Pozzoli, vertenze aperte

Alla Pozzoli Carnie all’Adidas sono a rischio numerosi posti di lavoro. Le due vertenze, che si sono aperte negli ultimi mesi del 2019, potrebbero portare a un drastico taglio dei rispettivi organici con grave sofferenza soprattutto per la Brianza e, in minor modo, per il Lecchese.

Pozzoli Carni

La crisi della Pozzoli carni si è aperta l’8 gennaio quando la dirigenza ha annunciato al sindacato di aver depositato presso il Tribunale di Monza la domanda di concordato preventivo. La proprietà, tuttora in mano alla famiglia Pozzoli, aveva annunciato di voler vendere i 18 punti vendita del gruppo che danno lavoro a 200 dipendenti in Brianza e nel Lecchese. Nell’incontro che si è tenuto in Provincia lunedì scorso l’azienda ha però comunicato che inoltrerà domanda di cassa integrazione straordinaria per i dipendenti. Sul piatto ci sono tre alternative: la cessione a un nuovo gruppo (la proprietà ha detto che esistono manifestazioni di interesse, senza però specificare da parte di chi), il fallimento o la chiusura. «Al momento la Pozzoli ha dichiarato che non è in grado di affrontare i costi per rifornire tutti i negozi – commenta Francesco Barazzetta, Fisascat Cisl Mbl -. Quindi attualmente dei 18 punti vendita, solo sei sono attivi, quelli in cui è stata convogliata tutta la merce restante dagli altri market. La cassa quindi offrirà ai dipendenti una copertura per dodici mesi. È una garanzia per i lavoratori in attesa che si capisca quale sarà il destino del gruppo».

Adidas

Alla Adidas invece non siamo di fronte a una crisi, ma a una riorganizzazione aziendale. La società, una multinazionale dell’abbigliamento sportivo che è in forte attivo, ha annunciato che delocalizzerà i servizi di credito in Portogallo. La decisione è stata duramente contestata dalle organizzazioni sindacali perché comporta il «taglio» di 41 persone a livello nazionale (delle quali una trentina nella sede monzese). «Come sindacato – osserva Francesco Barazzetta -, stiamo lavorando una soluzione per ridurre un eventuale impatto occupazionale: riduzioni di orari, riqualificazione, ecc. Fermo restando che il nostro obiettivo principale è convincere la società tedesca a tornare sui suoi passi e a rinunciare alla delocalizzazione». Il dialogo tra le parti non è interrotto. Azienda e sindacato si ritroveranno nei prossimi giorni.

Tavolo provinciale

Le organizzazioni sindacali però non stanno solo seguendo le crisi, ma stanno cercando di lavorare affinché le crisi aziendali vengano affrontate e risolte a livello territoriale e in modo coordinato. «Abbiamo proposto – conclude Barazzetta – la creazione di un “tavolo provinciale”, al quale partecipino i rappresentanti delle parti sociali e delle istituzioni. Il suo compito sarebbe quello, di fronte a vertenze, di trovare tutti insieme soluzioni sfruttando le opportunità occupazionali e di mercato offerte sul territorio». Le prime reazioni a questa proposta sono state positive. Nelle prossime settimane si vedrà come questo tavolo potra prendere forma.