Ex Bames-Sem, si entra nel vivo

Due richieste di condanna e otto rinvii a giudizio. Due anni dopo la prima udienza preliminare, il processo per la bancarotta ex Bames-Sem è entrata nel vivo.

Oggi, 31 gennaio, in Tribunale a Monza il pubblico ministero Rosario Ferracane ha formulato richiesta di condanna a cinque anni e dieci mesi di reclusione nei confronti dei proprietari Selene e Massimo Bartolini, i due figli del patron Romano che hanno scelto il rito abbreviato. Su questo fronte, il gup ha rinviato il processo al 3 luglio, per dare parola alla difesa.

Allo stesso tempo, il Tribunale ha pronunciato il rinvio a giudizio al prossimo 16 aprile, per altri otto imputati che hanno scelto di affrontare il giudizio ordinario. Tra questi: Luca Bertazzini, 66 anni, ex presidente del consiglio di amministrazione dal 2008, vari componenti del collegio sindacale come Alessandro Di Nunzio, Riccardo Toscano, Angelo Interdonato, Salvatore Giugni, e l’israeliano Cats Oozi, amministratore delegato di Telit Corporation.

L’accusa è di aver distratto e dissipato le risorse presenti nelle casse, portando la società al fallimento e, poi, alla chiusura. Oggetto delle contestazioni sono un contratto di «lease back», e un finanziamento ottenuto da istituti bancari con cui Bames-Sem ha ottenuto 87 milioni, di cui almeno sessanta, secondo le contestazioni, usati per acquistare partecipazioni in altre società, e per finanziare altre aziende del gruppo. Naufragata fra i debiti, l’azienda ha lasciato a casa 400 lavoratori. Proprio gli ex dipendenti hanno richiesto i danni morali per un ammontare di 5.000 euro ciascuno.

«I dipendenti sono visibilmente soddisfatti – ha commentato Gigi Redaelli, che da sempre segue la vertenza come sindacalista della Fim Cisl -. Finalmente vedono delinearsi, dopo anni di sofferenze e di battaglie, il processo nei confronti di chi ha portato al fallimento queste aziende, creando enormi problemi economici e sociali. Chi ha commesso illeciti deve pagare per quello che ha fatto, anche se questo non cancellerà tutti i danni e i torti subiti dalle persone che lavoravano in queste aziende e che sono state coinvolte drammaticamente in questa situazione».