Coronavirus, la Fisascat tratta via Web

Il coronavirus non ferma le trattative sindacali. Anzi. In questi giorni sono state siglate tre importanti intese, Adidas, Gruppo Pozzoli e Coop sociali, nel comparto del commercio-servizi grazie alle nuove tecnologie informatiche. Conferenze via web, invece che i tradizionali incontri tra i rappresentanti sindacali e quelli delle aziende, e strette di mano virtuali per sancire importanti accordi.

Gruppo Pozzoli

La prima intesa è stata quella del Gruppo Pozzoli di Desio. La crisi era stata dichiarata all’inizio di gennaio quando la proprietà, tuttora in mano alla famiglia Pozzoli, aveva annunciato di voler vendere i 18 punti vendita del gruppo sparsi in Brianza e nel Lecchese. Successivamente, la proprietà ha comunicato di aver inoltrato domanda per l’accesso alla procedura concorsuale. Sotto il profilo occupazionale è subito stato avviato un confronto tra la dirigenza e le organizzazioni sindacali. Una trattativa lunga che rischiava di essere interrotta dal diffondersi di Covid-19. All’inizio della settimana, però, le parti si sono incontrate in videoconferenza e hanno trovato un punto di accordo che prevede l’applicazione della cassa integrazione straordinaria per 170 lavoratori. «Questo provvedimento – spiega Francesco Barazzetta, Fisascat Cisl Mbl – offre una tutela ai dipendenti in una fase delicata dell’azienda. Il nostro auspicio, mentre la procedura concorsuale è sospesa a causa dell’epidemia, è che l’azienda venga ceduta e si assicuri così la continuità aziendale e, con essa, sia tutelata l’occupazione».

Adidas

Anche la vertenza sulla chiusura della sede monzese dell’Adidas è stata risolta in via telematica. Rappresentanti sindacali e dell’azienda si sono virtualmente stretti la mano grazie siglando un’intesa che prevede l’esodo volontario e incentivato di 41 persone (delle quali una trentina nella sede monzese). Per tutti è prevista una base di 15 mensilità annue lorde, a queste si aggiungono due mensilità per ogni familiare a carico, una per ogni triennio di anzianità aziendale e l’indennità sostitutiva del preavviso. È inoltre previsto anche un servizio di outplacement, con costi interamente a carico aziendale. «Abbiamo raggiunto una buona intesa – continua Barazzetta -. Chi lascerà lo farà solo su base volontaria e con buoni incentivi. Un risultato non da poco di fronte a una riorganizzazione significativa del gruppo tedesco».

Cooperative sociali

Sempre grazie alla videoconferenza si trovata una soluzione a un problema occupazionale causato proprio dal coronavirus. La chiusura delle scuole ha determinato uno stop delle attività delle cooperative sociali che forniscono servizi ai vari plessi. Ma, mentre i dipendenti pubblici degli istituti (insegnanti, personale Asa, ecc.) hanno lo stipendio garantito dallo Stato, quelli delle cooperative non hanno alcuna garanzia. Così, grazie a un accordo sindacale siglato con Lega Coop e Confcoperative, i 4.200 dipendenti delle cooperative cooperative che operano nelle province di Lecco e della Brianza potranno accedere al fondo di solidarietà. «Questo settore – conclude Barazzetta – non può fare ricorso agli ammortizzatori sociali tradizionali. La possibilità di accedere al fondo di solidarietà permette loro di ricevere il 100% dello stipendio nei prossimi due mesi anche di fronte allo stop delle attività lavorative. Una tutela che permette di reagire a una situazione di estrema emergenza sanitaria e occupazionale. In attesa che l’epidemia di risolva nel più breve tempo possibile».