da Prima Lecco
Continuano ad arrivare senza sosta alle organizzazioni sindacali le richieste di cassa integrazione da parte delle imprese metalmeccaniche che, a oggi, coinvolgono oltre 200.000 metalmeccanici. Sono 1.342 aziende tra Lecco e la Brianza hanno chiesto di ricorrere all’ammortizzatore sociale per un coinvolgimento totale di 41.707 addetti.
Coronavirus: le richieste di cassa integrazione
«Siamo impegnati a incalzare le imprese affinché anticipino il trattamento economico di cassa integrazione per garantire continuità di reddito alle persone. Ecco perché i politici che speculano sul ruolo del sindacato, in realtà, fanno un danno ai lavoratori e all’economia – afferma Andrea Donegà, segretario generale Fim Cisl Lombardia -. Con questi numeri, se consideriamo che il tasso di assenza per malattie si è ovviamente alzato, che molte aziende hanno programmato ferie e che tanti lavoratori sono in smart working, possiamo dire che la direzione intrapresa è quella che Cgil, Cisl e Uil in Lombardia hanno sostenuto già da tempo: fermare le attività produttive non essenziali per limitare al massimo gli spostamenti delle persone e, quindi, le occasioni di contagio, mettendo in sicurezza il nostro sistema sanitario e impegnandoci a difendere la vita e la salute delle persone prima di qualsiasi altro interesse».
Gestire la ripresa
«Governare questo blocco – aggiunge – ci deve servire anche per immaginare e gestire la ripresa per la quale servirà un grande impegno di tutti e straordinarie misure di sostegno al reddito per le persone e alla liquidità delle imprese per contrastare il calo di domanda che si sta generando e favorire la ripartenza».