1° maggio con i lavoratori per sconfiggere il virus

1° maggio a Monza e in Brianza

Quest’anno si celebrerà una Festa dei lavoratori atipica. La quarantena, imposta per evitare la diffusione del Covid-19, impedirà cortei, comizi manifestazioni. In questo momento particolare, Cgil Cisl e Uil della Brianza non hanno voluto far mancare la loro vicinanza ai lavoratori. Ecco il messaggio videoregistrato dei segretari generali della Brianza, Angela Mondellini (Cgil), Rita Pavan (Cisl) e Abele Parente (Uil), nel quale rilanciano l’impegno del sindacato in questo momento particolarmente delicato dettato dall’epidemia di coronavirus.

 

1° maggio a Lecco

Il 1° maggio 2020 si celebrerà una Festa dei lavoratori diversa. Non ci saranno cortei, comizi manifestazioni a causa del lockdown imposto per evitare il diffondersi del coronavirus.
In questo momento particolare, Cgil Cisl e Uil di Lecco non hanno però voluto far mancare la loro vicinanza ai lavoratori e a tutti coloro che sono stati colpiti dal coronavirus.
Ecco il messaggio videoregistrato dei segretari generali Diego Riva (Cgil), Rita Pavan (Cisl) e Salvatore Monteduro (Uil) nel quale rilanciano l’impegno del sindacato in questo momento particolarmente delicato dettato da un’epidemia che ha intaccato i fondamenti della nostra società e della nostra economia.

 

La celebrazione

Venerdì 1° Maggio 2020, nell’ambito delle celebrazioni per la Festa dei Lavoratori, si terrà un momento commemorativo dedicato alle vittime del lavoro:

  • Ore 9  – Basilica di S. Nicolò: S. Messa (a porte chiuse) celebrata da Mons. Davide Milani, prevosto di Lecco
  • Ore 10 – Deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai caduti sul lavoro in largo Caleotto
Il comunicato di Cgil, Cisl e Uil

Non sarà il solito Primo maggio di festa, di ricordo e di riflessione. Ma anche quest’anno vogliamo celebrare la festa delle lavoratrici e dei lavoratori nel modo migliore possibile. Probabilmente, dal secondo dopoguerra a oggi, il tema del lavoro non è mai stato così importante: ripartire con la produzione significa un minimo ritorno alla normalità. E proprio per questo motivo dobbiamo guardare con maggiore attenzione alla sicurezza. Non a caso il tema scelto quest’anno a livello nazionale è «Il lavoro in sicurezza per costruire il futuro». Non solo per gli incidenti, che sono ancora troppo frequenti e che provocano infortuni di ogni gravità, numerosi casi di malattie professionali e, nel peggiore dei casi, morti. Quest’anno dobbiamo anche fare di tutto per prevenire il contagio. Il Coronavirus è un nemico invisibile da sconfiggere e dobbiamo dialogare insieme alle istituzioni, con gli imprenditori e con gli esperti sanitari per trovare strategie affinché il virus non si diffonda nei luoghi di lavoro.

In questo Primo maggio il pensiero va a medici, infermieri, operatori sanitari e a tutto il personale degli ospedali e delle residenze per anziani, che in queste settimane stanno lavorando senza sosta. Nel lavoro di cura c’è la vera Resistenza. Non vogliono essere chiamati eroi, ma a loro va comunque il nostro massimo sostegno perché combattono in prima linea una difficilissima battaglia.

Non bisogna assolutamente dimenticare tutte le lavoratrici e i lavoratori di tutti quei settori giudicati indispensabili che non si sono mai fermati in questo periodo di emergenza sanitaria, spesso mettendo a rischio la propria salute e quella dei familiari, per garantire un minimo di normalità. Pensiamo alle lavoratrici e ai lavoratori delle forze dell’ordine, della grande distribuzione, del settore alimentare, dei trasporti, delle imprese che producono beni essenziali, dell’informazione e di tutti i servizi alla persona. Grazie al loro impegno hanno permesso al Paese di andare avanti in questo periodo.

Occorre anche impegnarci severamente per garantire un futuro a tutte le persone in cerca di un’occupazione, alle lavoratrici e ai lavoratori precari, con contratti atipici e stagionali. Con l’emergenza sanitaria in corso le loro condizioni economiche sono destinate a peggiorare. Per questo bisogna lavorare per migliorare il loro presente e, quindi, il loro futuro.

È necessario provare a conquistare spazi nella sfera della conciliazione «vita e lavoro». Parlare di conciliazione dei tempi di vita privata e lavoro riporta spesso all’idea del lavoro femminile. In realtà non è così, questa necessità riguarda anche coloro che devono accudire un proprio familiare bisognoso di particolari cure. La nostra provincia ha visto nascere «nuove marginalità sociali». La crisi economica e la trasformazione della rete familiare hanno generato un aumento della povertà e delle diseguaglianze, oltre ad una crescente difficoltà a conciliare lavoro e famiglia. Le tradizionali misure messe in campo dai servizi pubblici e sociali non sono in grado di intercettare questi nuovi disagi.

Non ci stancheremo mai di ricordare di come l’articolo 1 della nostra Costituzione sancisca che «L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro». I rappresentanti dell’Assemblea costituente discussero molto sul primo articolo e alla fine hanno convenuto che il tema del lavoro deve essere alla base della nostra società. Per questo serve garantire un futuro migliore, con più tutele nella sfera della sicurezza nei posti di lavoro. Questo risultato sarà possibile ottenerlo solo se saremo capaci di azionare un’assidua interlocuzione con tutte le parti sociali e a maggiori investimenti su sicurezza e formazione da parte del governo e anche dell’Europa. Perché serve una visione sempre più comunitaria del lavoro e della sicurezza.

Viva il 1 maggio!