Rottapharm, accordo raggiunto

Accordo siglato alla Rottapharm di Monza. Sindacato e azienda si sono incontrati ieri in via telematica e hanno fissato una serie di tutele per i 64 dipendenti che perderanno il posto di lavoro con la chiusura del centro ricerche. L’intesa, che sarà presentata oggi pomeriggio ai lavoratori, prevede che siano garantite 16 mensilità, più 600 euro per ogni anno di anzianità, una mensilità lorda per ogni famigliare, duemila euro netti e il fondo integrativo sanitario pagato fino alla fine del 2020.

«La decisione dell’azienda di riorganizzare il centro era irreversibile – spiega Tiziano Cogliati della Femca Cisl -. La proprietà ha deciso che in futuro ci si concentrerà su ricerche più piccole, specializzate e in collaborazione con le università. Da parte nostra, si trattava di lavorare per tutelare al massimo i ricercatori che perdevano il posto. La vertenza è stata però difficile perché si è svolta nel periodo del lockdown in cui le relazioni si sono interrotte o dilatate molto».

Azienda e sindacato sono però riuscite a trovare un punto di incontro per assicurare ai lavoratori il minimo impatto possibile. Anche se per i ricercatori non sarà facile ricollocarsi. «In Italia, la ricerca è un settore cenerentola – conclude Cogliati -. Centri esistono in Lombardia, ma sono pochi e hanno piccole dimensioni. Ricollocarsi non è semplice, soprattutto se hai un’età anagrafica e lavorativa elevata. Nell’intesa che abbiamo siglato, però, abbiamo previsto che per un anno l’azienda si faccia carico dei costi dei corsi di riqualificazione professionale per offrire ai lavoratori qualche opportunità in più nel ricollocamento».