«Firma per una sanità bene comune»

IL MOVIMENTO NAZIONALE «PRIMA LA COMUNITÀ»  ha lanciato questa petizione e l’ha diretta al Presidente del Consiglio dei ministri, al ministro della Salute, al Presidente della Conferenza delle Regioni e al Presidente Anci (associazione nazionale Comuni d’Italia). All’appello ha aderito anche la Cisl Monza Brianza Lecco. Vi invitiamo a leggerla e se la condividete, sottoscriverla qui, e darne la massima diffusione.

«Questo movimento – spiega Sergio Venezia, Cisl Mbl – nasce dall’esperienza delle Case della Salute, create in provincia di Reggio Emilia da Franco Riboldi, allora direttore della Asl locale. Si tratta di strutture, molto radicate sul territorio, nelle quali, oltre a offrire l’assistenza medica di base, si occupano di salute a 360° diventando punti di riferimento per la comunità e per il benessere dell’individuo».

Questa esperienza è servita da spunto per la nascita del movimento nazionale «Prima la Comunità», cui hanno aderito anche don Virginio Colmegna, la Cisl Lombardia e la Cisl Mbl. «Si tratta di una rete – continua Venezia – che lavora su un piano politico (non partitico) per affermare l’importanza dello Stato sociale e per creare spazi di partecipazione comunitari. Proprio in occasione dell’epidemia di coronavirus abbiamo ribadito la necessità di rinforzare la sanità pubblica e rafforzare i legami con il territorio attraverso una partecipazione comunitaria. È quanto chiediamo attraverso questa petizione».

VOGLIAMO UN FUTURO PER LA NOSTRA SALUTE
Appello per ripartire con coraggio
L’uscita dalla condizione di quarantena, che ha modificato profondamente le abitudini quotidiane di tutti, è l’occasione per vedere nascere una comunità rinnovata e consapevole. L’appello è rivolto alle istituzioni perché predispongano reali organismi di partecipazione e ai cittadini perché esercitino la responsabilità in modo attivo, nella convinzione che al centro della cura c’è la persona e che la salute è un bene comune, fondamentale e garantito dalla Costituzione.

INVESTIRE NEL TERRITORIO
Il sistema sanitario è stato travolto dall’emergenza pandemia che è un evento di portata gravissima. Il rischio di collasso del sistema di cura non dipende solo dalla diminuzione di posti letto in terapia intensiva o dalla mancanza di ulteriori strutture specializzate di ricovero, ma soprattutto dal fatto che in questo Paese c’è un’insufficiente organizzazione dell’assistenza territoriale e domiciliare.
Chiediamo un aumento dei fondi per la sanità pubblica finalizzati ad interventi preventivi, di cura e sociali nel territorio.

RISCOPRIRE LA SALUTE COME PROGETTO SOCIALE
L’emergenza pandemia ribadisce con evidenza disarmante quanto la salute non sia un fatto individuale ma un efficace e potente indicatore di sviluppo sostenibile e di successo di una comunità. È significativo il richiamo che si sta facendo con forza alle responsabilità e ai comportamenti individuali per il raggiungimento di un fine comune.
Chiediamo un reale coinvolgimento della comunità per la definizione e la conduzione di un piano strategico per la costruzione sociale della salute.

NON TRASCURARE LE FASCE DEBOLI, RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE
Aumentano coloro che non trovano nell’attuale sistema di welfare garanzie di dignità e di equità. Incidono a vario titolo in questo fenomeno molti determinanti sociali di salute ormai noti: la povertà economica, l’età, l’istruzione, il lavoro, il contesto abitativo, la solitudine, la provenienza geografica (anche per quanto concerne le differenze nord-sud nell’ambito di uno stesso paese). Questa crisi sta dando un ulteriore duro colpo alla condizione di disabili, anziani, malati mentali, carcerati, immigrati indigenti, soggetti che vivono ai limiti della povertà relativa e assoluta.
Chiediamo che il complesso delle politiche territoriali e le norme più in generale, compresi i provvedimenti temporanei nelle emergenze, siano sempre all’insegna del “nessuno escluso” fin da subito.

DARE UNA FORMA NUOVA E CORAGGIOSA ALLA SALUTE DI TERRITORIO
Per uscire da una logica di sanità aziendale che mette al centro solo l’ospedale, a sua volta impoverito di operatori e risorse, occorrono proposte concrete di comunità che rendano visibile e operativa sul territorio un’attenzione alla salute pubblica differenziata secondo i bisogni e partecipata dai cittadini nelle responsabilità e nelle scelte. È importante altresì che il terzo settore sia visto come una risorsa preziosa e non una controparte convenzionata come lo è il settore privato.
Chiediamo che si costituisca un gruppo di studio a livello nazionale con diverse competenze capace di raccogliere anche le esperienze virtuose territoriali delle “case della salute/case della comunità” per la definizione di una aggiornata e appropriata organizzazione delle cure primarie su tutto il territorio nazionale, orientata nel dare preminenza al sostegno alla domiciliarità.

ATTUALIZZARE IL WELFARE DI COMUNITÀ’
I servizi sanitari sono importanti ma non sono i soli in grado di influenzare il benessere della popolazione. Altri settori come l’ambiente, l’istruzione, il lavoro, la tutela e la garanzia del reddito, l’abitazione, la qualità delle relazioni e gli stili di vita contribuiscono a generare salute. L’intersettorialità costituisce un aspetto fondamentale del riordino della stessa sanità pubblica.
Chiediamo che si lavori ad un piano nazionale per la salute che faccia sintesi dell’insieme delle risorse della collettività. In esso trovino le modalità per l’organizzazione di servizi integrati relativi ad una comunità presente su un determinato territorio omogeneo. È così che una Casa della Salute/Casa della Comunità può riunire i servizi sociali e sanitari in un’unica gestione ed essere luogo di incontro tra tutte le risorse che contribuiscono alla salute della comunità. Chiediamo che si predisponga una formazione adeguata dei professionisti al lavoro di equipe, rafforzando il ruolo delle figure professionali già presenti e istituendo anche figure nuove competenti sulle connessioni e sulla prevenzione come l’infermiere di famiglia/comunità, il facilitatore di salute, l’agente di comunità.

RICONOSCERE IL PRIMATO DELLA SALUTE NELL’ECONOMIA E NELLA POLITICA
L’emergenza Coronavirus con la sua drammaticità conferma il ruolo determinante delle decisioni politiche ed economiche nella capacità e appropriatezza di rispondere ai bisogni di salute e in tale contesto conferma quanto ampia sia la distanza tra cittadini e istituzioni.
Chiediamo alle istituzioni che il diritto alla salute sia criterio irrinunciabile per le decisioni politiche ed economiche perché riconosciuto come filo che unisce, orienta e da senso alle scelte dei governanti in ogni contesto. Chiediamo che la riorganizzazione della sanità territoriale in tutte le regioni dell’Italia contribuisca a ridurre le disuguaglianze nell’interesse della comunità.

IL MOVIMENTO NAZIONALE ‘«PRIMA LA COMUNITÀ»
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Il Movimento “Prima la Comunità” si è ufficialmente costituito il 30 gennaio 2020 a Roma. Tra gli ispiratori del Movimento la “Casa della Carità di Milano”, progetto voluto dal Cardinale Martini per educare la metropoli a ripartire dagli esclusi, e Fondazione Santa Clelia Barbieri che, nella provincia bolognese, mette al centro dello sguardo collettivo gli anziani del territorio e i loro bisogni, educando le comunità di riferimento ad averne cura.
La condivisione dei valori di fondo e il dialogo con oltre 40 realtà operanti nelle diverse regioni italiane (specialmente del nostro sud) particolarmente attente alle persone più fragili e agli esclusi, ha permesso la nascita di un Movimento che, sulla base di esperienze vissute in prima linea, propone una visione nuova del welfare di comunità basato sul protagonismo delle comunità stesse.
Per saperne di più sul sito della Casa della carità sono disponibili i documenti che illustrano finalità ed iniziative del Movimento.
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FONDAZIONE «CASA DELLA CARITÀ»  – Milano
FONDAZIONE SANTA CLELIA BARBIERI – Porretta Alto Reno Terme (BO)
KORALITAS – PER UNA COMUNITÀ AMICA E SOLIDALE – Milano
CITTADINANZATTIVA APS – Roma
ASSOCIAZIONE «SALUTE DIRITTO FONDAMENTALE»
ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE «LA BOTTEGA DEL POSSIBILE» – Torre del Pellice (TO)
ASSOCIAZIONE COMUNITÀ PROGETTO SUD ONLUS – Lamezia Terme
EURICSE – European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises – Trento
AMBIENTE SOLIDALE COOPERATIVA SOCIALE – Napoli
BAMBÙ COOPERATIVA SOCIALE – Napoli
ASSOCIAZIONE INFERMIERI DI FAMIGLIA E COMUNITÀ (AIFeC)
COOPERATIVA SOCIALE «L’ORSA MAGGIORE» – Salerno
CONSORZIO DI COOPERATIVE SOCIALI S.C.S «LA RADA» – Napoli
CONSORZIO LA CITTÀ ESSENZIALE – Matera
ASSOCIAZIONE COR-RELAZIONI – Napoli
CONSORZIO DI COOPERATIVE SOCIALE JOBEL – Crotone
ASSOCIAZIONE AMICI CASA DELLA CARITÀ – Milano
FONDAZIONE ÈBBENE – Catania
ASSOCIAZIONE CHI ROM E..CHI NO ONLUS – Napoli
SLOWFOOD – Condotta di Reggio Emilia
ASSOCIAZIONE LA TENDA CENTRO DI SOLIDARIETÀ ONLUS – Salerno
ASSOCIAZIONE TERR.LE PER L’INTEGRAZIONE PASSO PASSO – ODV – Marzabotto (BO)
SEME DI PACE COOPERATIVA SOCIALE ONLUS – Napoli
S.A.D.  SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE – Trento
LA KUMPANIA SRLS – Napoli
ASSOCIAZIONE DIRITTI INSIEME ASP – Monza
COOPERATIVA SOCIALE ONLUS «LA PARANZA» – Napoli
COMUNITÀ FAMIGLIE DELLA VISITAZIONE – Bologna
COOPERATIVA SOCIALE «MADONNA DELL’ULIVETO» – Albinea (RE)
CENTTRO DI RICERCA RUSAN – Risorse umane, sanità, servizi sociali, salute – Sestri Levante
CISL Lombardia
CISL Monza Brianza Lecco