Nel settore del commercio si starebbe preparando la tempesta perfetta. Un combinato di mancanza di entrate per le aziende, scarsi fondi per gli ammortizzatori sociali e lavoratori senza entrate. Una situazione paradossale che potrebbe investire il comparto nelle prossime settimane. L’allarme è lanciato in questi giorni dalla Fisascat Cisl Mbl.
Tutto nasce dalla fine della possibilità di attivare la cassa integrazione con la motivazione del coronavirus. Un’ammortizzatore sociale, quest’ultimo, che poteva godere di alcuni vantaggi rispetto a quelli ordinari. I datori di lavoro sono quindi ora costretti a fare ricorso ai normali ammortizzatori sociali. Molti piccoli imprenditori però non hanno i fondi richiesti dalla recente normativa per anticipare i fondi. Allo stesso tempo, lo stesso Fis (Fondo di integrazione salariale, strumento simile alla cig previsto per il comparto servizi) rischia di non avere fondi per tutte le imprese essendo stato creato per crisi di singole aziende e non per crisi di un intero settore.
«Questo quadro – spiega Francesco Barazzetta, Fisacat Cisl Mbl – è ulteriormente complicato dal fatto che la maggior parte degli esercizi commerciali non ha ripreso le attività ai ritmi pre-coronavirus perché manca la liquidità e perché le norme sanitarie impediscono l’accesso pieno dei clienti ai locali. Quindi i commercianti sono in difficoltà. Il rischio è che con la fine della moratoria dei licenziamenti il 17 agosto prendano il via riorganizzazioni aziendali che possano sfociare anche in licenziamenti».
I lavoratori quindi potrebbero subirebbe, dopo il danno degli ammortizzatori sociali con pagamenti spesso ritardati degli assegni, la beffa di rimanere senza entrate o, addirittura, di perdere il posto.
«A settembre e a ottobre – conclude Barazzetta – è prevista la possibilità di chiedere nuovamente un periodo di cig giustificata dal Covid-19. Nel frattempo, però, si è creato un periodo “morto” da metà giugno a fine agosto In questi mesi si rischia di non avere retribuzioni né ammortizzatori sociali (o di averli ridotti). Come sindacato non possiamo che lanciare l’allarme perché questa situazione potrebbe causare forti tensioni sociali. È necessario intervenire subito per far fronte all’impasse».