Covid-19, persi 50mila posti di lavoro

La tempesta Covid in Brianza si è portata via oltre 50mila posti di lavoro, tante speranze e molte illusioni. Proprio quando il sistema economico della provincia di Monza sembrava essersi definitivamente lasciato alle spalle le conseguenze della crisi iniziata nel 2008.

La Cisl Monza Brianza Lecco, illustrando in una conferenza stampa i dati occupazionali legati alla pandemia, sottolinea dunque la necessità di prorogare alcune misure adottate in questo periodo, come il blocco dei licenziamenti, per ora previsto fino al 17 agosto. E poi serve un prolungamento della cassa integrazione per l’emergenza sanitaria, al momento concessa per due periodi di nove settimane.

Misure indispensabili per evitare drammatiche questioni occupazionali. «Alcuni segnali di criticità – spiega Rita Pavan, segretaria generale Cisl Monza Briana Lecco – stanno arrivando ai nostri uffici. Rischiamo un rapido deterioramento della situazione. E nei prossimi mesi servirà liquidità per aiutare famiglie e imprese. Saranno necessari investimenti pure per le politiche famigliari e per la formazione continua dei lavoratori. Perché perdere il lavoro è un problema, ma non deve diventare un dramma».

L’impellente necessità di ricorrere a «antidoti» robusti ed efficaci, del resto, è evidenziata da alcuni numeri: nei primi cinque mesi di quest’anno, nelle province di Milano e Monza, sono state autorizzate 199.643.102 ore di cassa integrazione: oltre 58 milioni di ore sono state utilizzate dal solo comparto manifatturiero. Ad aprile e maggio, le quote sono state, rispettivamente, di 59.643.102 e 52.020.811 ore. Nell’intero 2019 le ore di cassa integrazione autorizzate erano state 13 milioni.

«Come Cisl Monza Brianza Lecco – precisa Enzo Mesagna, responsabile Dipartimento mercato del lavoro – abbiamo ricevuto 7mila richieste di cassa integrazione. Le lavoratrici e i lavoratori interessati sono 100mila. A fine 2019 gli avviamenti al lavoro superavano le cessazioni. Il tasso di occupazione era passato al 68,4% dal 67,4% dell’anno precedente. Il numero degli occupati era pari a 390mila, con un aumento di 5mila unità rispetto al 2018. Poi a fine febbraio è arrivato lo tsunami Covid che ha spazzato via tutto e i dati occupazionali sono precipitati».

L’analisi del primo trimestre 2020 evidenzia come il rapporto tra assunzioni e cessazioni in Brianza registri un saldo negativo di 18.428 persone. Di fronte a 35.251 assunzioni, le cessazioni sono state 53.679. Una «marea» negativa che ha risparmiato i contratti a tempo indeterminato, al momento tutelati dal blocco dei licenziamenti. Il settore più penalizzato è stato quello del commercio e servizi, con 41.025 posti persi, pari al 76% del totale. Le altre cessazioni hanno riguardato l’industria (8.627). l’edilizia (3.717) e l’agricoltura (310).