Alimentaristi, Bosisio segretario Fai

«Siamo andati sull’ottovolante. Nel periodo di quarantena ci siamo trovati con una parte del nostro comparto che produceva vorticosamente e una parte che era ferma. Per il nostro settore, che difficilmente conosce crisi produttive, è stato un momento eccezionale». Questo il bilancio del lockdown tracciato da Stefano Bosisio, 37 anni, eletto questa mattina A Malgrate (Lc) segretario generale della Fai Cisl Mbl, la categoria che si occupa dei lavori dell’agroalimentare, subentrando a Enzo Mesagna, entrato a luglio nella segreteria Cisl Mbl.

Bosisio, nonostante la giovane età, ha una vasta esperienza del settore. Già delegato della Beretta Salumi, nel 2016 è diventato operatore operatore a tempo pieno e poi, nel 2017, membro della segreteria Fai Cisl Mbl

«In Brianza e nel Lecchese – spiega -, il nostro è un settore trainante, composto di una rete di piccole, medie e grandi imprese. Abbiamo panifici, salumifici famigliari, pasticcerie artigianali, ma anche grandi gruppi industriali conosciuti a livello nazionale e non solo. Pensiamo a Vismara, Rovagnati, Beretta (salumifici), Star (dadi, minestre, ecc.), Granarolo (prodotti caseari), Bonomelli (infusi)».

Quindi una rete produttiva complessa ma sostanzialmente stabile. «Il nostro comparto – continua Bosisio – non è ciclico. I volumi sono costanti e, spesso, in crescita. Difficilmente conosciamo contrazioni produttive. Nel 2019 abbiamo vissuto una crisi dei salumifici legata alla peste suina. Sono stati mesi difficili, ma si è trattato di un momento di passaggio».

Poi è arrivato il coronavirus. «Il Covid-19 – osserva Bosisio – ha stravolto il comparto. Alcune grandi aziende, tra le quali i salumifici, hanno sperimentato un boom della domanda. Le famiglie, spaventate dall’epidemia, correvano ad acquistare scorte. Abbiamo dovuto affrontare la richiesta di straordinari con uno sforzo enorme da parte dei lavoratori. Contemporaneamente le società che lavorano per la ristorazione hanno bloccato la produzione perché la domanda è crollata. Con grandi difficoltà per i dipendenti. La situazione ora è tornata alla normalità. Purtroppo tutto lo sforzo e l’impegno messo a disposizione in questa fase emergenziale non è stato considerato e premiato a dovere, solo qualche realtà industriale virtuosa che ha capito e compreso l’enorme sforzo fatto dai propri dipendenti ha dato a loro dei bonus presenza».

Adesso la categoria si troverà ad affrontare il nodo contrattuale. «Con grande caparbietà, nei mesi scorsi, siamo riusciti comunque a portare a casa un buon contratto nazionale – spiega Bosisio- ma, purtroppo, non è ancora un contratto per tutti! Ora, dopo l’attivo nazionale unitario, si è deciso di manifestare lo stato di agitazione in tutte queste realtà tagliate fuori dal rinnovo, continuando con il blocco degli straordinari e delle flessibilità e proclamando lo sciopero nazionale per la giornata del 9 ottobre».

«Continueremo a lavorare nel solco tracciato da Enzo Mesagna – conclude -. Le due priorità sono la formazione dei delegati e una sempre maggiore presenza sul territorio per meglio tutelare i lavoratori».

Le sfide non mancano per il neosegretario.

La relazione al congresso