Benaglia: «Contrattare, l’arma anticrisi»

Il momento è delicato. Le sfide impegnative: la crisi innescata dalla pandemia di Covid-19 e il rinnovo contrattuale (non solo quello di Federmeccanica, ma anche degli altri cinque che regolano il comparto). Roberto Benaglia, neosegretario generale dei metalmeccanici della Cisl, ha così sintetizzato, nel consiglio generale della Fim Mbl che si è tenuto questa mattina a Ronco Briantino, la fase delicata che il sindacato, ma anche tutto il sistema produttivo nazionale, sta attraversando in questo mesi.

«Come brianzolo – ha esordito – sono lieto di essere qui per la mia prima uscita sul territorio da quando sono stato eletto al vertice della categoria a luglio. E mi fa piacere trovarmi di fonte ai delegati che sono in prima linea insieme ai lavoratori e che mi hanno sempre dato il polso della situazione produttiva e occupazionale. Il momento, non nascondiamocelo, è difficile. L’incertezza domina la nostra economia che è stata travolta da una crisi che, per la prima volta, ha riguardato sia la domanda sia l’offerta. Il rischio è che il nostro sistema manufatturiero esca più debole da questa fase. Come uscirne?».

Benaglia indica una strada maestra sulla quale muoversi: la solidarietà Un valore portante dell’azione sindacale. «Ciò significa – continua – che non dobbiamo lasciare indietro nessuno. E per conseguire questo obiettivo è necessario essere presenti, prenderci quegli spazi di trattativa che nessuno ci regalerà».

La contrattazione rimane la strada maestra per creare i presupposti per andare oltre le politiche di mero sostegno al reddito e creare lavoro vero. «Come sindacato – osserva Benaglia – è indispensabile impegnarsi per favorire massicci investimenti (estendendo, per esempio, l’esperienza di Industria 4.0) e sulla formazione. L’industria progredendo crea posti di lavoro che possono essere occupati da lavoratori le cui competenze sono costantemente aggiornate per rispondere alle esigenze del mercato».

Un sindacato che fa bene il suo mestiere deve però stare vicino anche a chi non ha più la forza di stare al passo con i cambiamenti. «Gli ultracinquantenni che non riescono a reinserirsi – aggiunge Andrea Donegà, segretario genrale Fim Cisl Lombardia – non vanno abbandonati. Vanno aiutati a superare questa fase e noi dobbiamo essere loro vicini». Un’esigenza sottolineata anche da Mirco Scaccabarozzi, neosegretario Cisl Mbl: «Pur con il blocco dei licenziamenti, già 16.000 lavoratori hanno perso il loro posto in Brianza e nel Lecchese. Erano lavoratori somministrati o a tempo determinato. Noi dobbiamo impegnarci per ridurre al massimo l’impatto occupazionale, pur nella massima sicurezza».

Contrattare quindi non è importante, è fondamentale. Per questo, nonostante le spinte a rinviare il rinnovo dei sei contratti del comparto metalmeccanico, la Fim spinge per sedersi al tavolo con gli imprenditori e lavorare per arrivare a una intesa. «Ci sono molte resistenze – sottolinea Benaglia -, ma dobbiamo andare avanti. Per il contratto metalmeccanico-industria ci sono difficoltà. Abbiamo chiesto un aumento di 156 euro e nuove norme su salute formazione e relazioni industriali. Le risposte della controparte sono state deboli e, sul fronte salariale, addirittura inaccettabili. Per questo abbiamo dichiarato sei ore di sciopero: due da attuare subito con assemblee nei luoghi di lavoro, altre quattro per l’astensione lavorativa in programma giovedì 5 novembre. Non vogliamo però un autunno caldo, ma un autunno di proposte. Dobbiamo, come sindacato, batterci con saggezza e tenacia mettendoci nell’ottica della trattativa. Solo così riusciremo a superare questa fase più forti».

«Non sappiamo se, come è scritto da più parti, “Andrà tutto bene” – conclude Enrico Vacca, segretario generale Fim Cisl Mbl -. Noi ci metteremo tutto l’impegno affinché tutto possa andare meglio. E la Fim deve diventare il sinonimo di un’organizzazione che, anche nelle difficoltà estreme, si batte affinché tutto vada meglio. Sempre nel segno della solidarietà».