Le guardie giurate scioperano il 24

Le guardie giurate e gli addetti ai servizi fiduciari sciopereranno il 24 dicembre. L’iniziativa riguarda centinaia di lavoratori che si occupano di vigilanza e sicurezza. L’astensione dal lavoro riguarda le guardie particolari giurate, ma anche di tutti gli addetti che a vario titolo si occupano dei cosiddetti servizi fiduciari, ausiliari della sicurezza, guardiania e portierato. Questi lavoratori e lavoratrici hanno operato continuativamente durante la pandemia, oltre che nella normale attività loro propria, anche collaborando con enti pubblici e Imprese private nella gestione delle procedure di sicurezza e regolare l’accesso delle persone nei predetti luoghi. Uno sforzo realizzato spesso in condizioni di precaria sicurezza del proprio lavoro e con inasprimento del già gravoso impegno quotidiano, senza ottenerne in cambio riconoscimento alcuno.

Il contratto che regola il loro rapporto di lavoro è scaduto da 5 anni, il negoziato per il rinnovo
del contratto nazionale è in corso da oltre 52 mesi, e la vertenza subisce ormai da mesi uno stallo
inconcepibile. Ma il sindacato ci tiene a sottolineare che oltre alla normale vertenza sindacale per il
contratto il sindacato ha deciso di organizzare una iniziativa di lotta eclatante proprio la vigilia di Natale per dare il maggior risalto possibile ai problemi drammatici del settore.

Oltre all’impoverimento dei loro redditi, i lavoratori di questo settore (100.000 in Italia) subiscono le conseguenze di una concorrenza selvaggia tra Istituti, il dumping attuato da fantomatiche cooperative, l’evidente strategia delle controparti datoriali perseguita da anni che ha portato il settore a ridursi a una jungla selvaggia, nella quale livelli di concorrenza imbarbariti, appalti al massimo ribasso, pirateria contrattuale, violazioni di norme per l’esercizio dell’attività si scaricano sulla vita delle guardie particolari giurate e degli addetti alla sicurezza. Situazioni più volte definite dalla magistratura come Illegittime sono divenute la prassi, e su questo quadro fosco, pesa una sensazione di assenza dello Stato, l’assenza di qualunque controllo incisivo sui soggetti imprenditoriali e sulle tipologie dei servizi offerte in relazione alle condizioni fissate dalle normative vigenti, ma anche la connivenza con situazioni al limite quando i soggetti pubblici agiscono in veste di committenti.

Non ci si faccia ingannare, se si fa eccezione per alcune particolari situazioni di evidente impatto del blocco delle attività imposto dai vari Dpcm (stazioni, aeroporti e porti in primis) la pandemia sta facendo crescere il settore. Gran parte di queste aziende sta oggi assumendo nuovo personale sempre più precario, vive un boom dei fatturati. La dilazione dei tempi del negoziato con la scusa della crisi è un comportamento strumentale, inaccettabile, offensivo nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici.

Il sindacato ha incontrato il Prefetto di Lecco, Castrese De Rosa, al quale è stata esposta la situazione del settore e spiegato che questa vertenza non è solo una vertenza sindacale classica, ma una lotta per una vera e propria bonifica del settore, per la quale le istituzioni debbano
sentirsi coinvolte e responsabilizzate.

Il Prefetto, oltre a manifestare la propria preoccupazione per la vicenda, si è impegnato a fare il possibile per riannodare i fili del confronto, e su istanza delle organizzazioni sindacali, si è impegnato a farsi promotore di una azione istituzionale nei confronti dei ministeri competenti
(Lavoro e Interno) affinché convochino le parti, consapevole che la sede Istituzionale sia
necessaria per la ricerca di una soluzione che scongiuri il perdurare delle agitazioni sindacali e
dare una svolta a questa situazione.