Sciopero Amazon, tante adesioni

Ottima partecipazione allo sciopero nel magazzino Amazon di Burago Molgora (Mb). «Ha incrociato le braccia il 70-80% dei dipendenti – spiega Renato Sciortino della Fit Cisl Mbl -. Un risultato importante se consideriamo che si tratta del primo sciopero nazionale della filiera Amazon in Italia».

Lavoratrici e lavoratori del colosso americano hanno incrociato le braccia per chiedere condizioni di lavoro dignitose. La protesta ha interessato tutti: dai dipendenti dei magazzini e hub con contratto nazionale di logistica alle aziende fornitrici dei servizi di logistica, della movimentazione e della distribuzione della merce.

Lo sciopero è stato deciso dopo la brusca interruzione nella trattativa per la contrattazione di secondo livello della filiera Amazon. Sul tavolo di discussione ci sono la verifica dei carichi e dei ritmi di lavoro imposti, la verifica e la contrattazione dei turni di lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro dei driver, gli aumenti retributivi, la clausola sociale e la continuità occupazionale per tutti in caso di cambio appalto o cambio fornitore, la stabilizzazione dei tempi determinati e dei lavoratori somministrati e il rispetto delle normative sulla salute e la sicurezza, l’indennità Covid.

A Burago operano cinque società appaltatrici. «In tre di queste – continua Sciortino – hanno scioperato quasi tutti i lavoratori. Nelle altre due le percentuali sono ridotte perché la forze lavoro è composta essenzialmente da dipendenti con contratto a tempo determinato e quindi più ricattabili dai datori di lavoro. La vertenza è sacrosanta. In un momento in cui, a causa della pandemia covid-19 il lavoro è fortemente aumentato, l’azienda non vuole riconoscere alcun merito e alcun diritto ai lavoratori. Ciò è inaccettabile».

«I lavoratori sono stremati – osserva Sciortino -. Nei mesi della pandemia hanno garantito un servizio fondamentale e continuo, anche in condizioni di rischio. Con l’ulteriore aggravante, per i somministrati, di dover garantire la massima flessibilità sul lavoro, spesso senza la corretta parità di trattamento economico e perennemente posti sotto minaccia di non avere rinnovato il contratto».