«Mercato lavoro, dobbiamo guardare avanti»

«Sul fronte occupazionale stiamo vivendo una fase strana nella quale tutto sembra congelato. La pandemia di covid-19 ci sta obbligando a giocare in difesa. Come sindacato dobbiamo però iniziare a pensare a quando torneremo all’attacco cioè, fuori dalla metafora calcistica, quando dovremo investire le grandi risorse messe a disposizione dall’Europa». Enzo Mesagna, componente della segreteria della Cisl Monza Brianza Lecco, commenta così i dati occupazionali delle province di Monza e Lecco. «Dati particolari – continua Mesagna – ,che tracciano una fotografia in chiaroscuro dei due territori e sono fortemente influenzati dall’epidemia di coronavirus».

Nel 2020, nella provincia di Monza e Brianza si è registrato un calo del 16,9% degli avviamenti al lavoro ma, allo stesso tempo, un saldo positivo (+8.054) del rapporto avviamenti/cessazioni. «Un dato – osserva Mesagna – che si può spiegare, da un lato, con il rallentamento delle assunzioni imposto dall’incertezza della situazione economica e, dall’altro, con il blocco dei licenziamenti, che ha creato un argine alle uscite». Parallelamente è calato il tasso di disoccupazione, passato dal 7 al 4,9% (da 29 a 20.000 disoccupati), ma anche il numero di occupati, che in provincia passa da 390 a 387.000.

«Sul territorio ci sono anche meno persone in cerca di lavoro – prosegue Mesagna -. Il tasso di inattività è passato dal 44,1 del 2019 al 46% del 2020. Un fenomeno che riguarda soprattutto le donne (52,1%) e i giovani. In Lombardia, i neet, cioè i ragazzi tra i 15 e i 34 anni che non lavorano né studiano, sono ormai 350.000, con un incremento del 16-17% rispetto al 2019. Sono persone che non lavorano perché il mercato non ha più nulla da offrire loro o perché hanno necessità famigliari».

In provincia di Lecco, le dinamiche sono simili. Anche qui gli avviamenti sono calati (-14,9%) ma con un saldo positivo tra avviamenti e cessazioni (+2.773). La disoccupazione si è attestata sul 5,2% mentre il tasso di occupazione è rimasto stabile intorno al 68,9%. Anche nel Lecchese il tasso di inattività è cresciuto passando dal 45 al 45,5%.

«Stiamo ancora vivendo la grave crisi legata al coronavirus – conclude Mesagna -. Si sta agendo ancora a livello difensivo. Come sindacato siamo favorevoli alla proroga del blocco dei licenziamenti fino a giugno e abbiamo proposto di estenderla fino alla fine della pandemia. Detto questo, però, dobbiamo guardare avanti. A nostro parere, è necessario un piano che porti a una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali, con una cassa integrazione più flessibile e veloce e una Naspi che sappia venire incontro alle esigenze delle famiglie. Bisogna anche prevedere un sistema di politiche attive del lavoro per riqualificare i disoccupati. La sfida più grande è far ripartire l’economia a livello nazionale e locale. Per far questo sono necessari investimenti pubblici e privati. Solo questi investimenti possono creare quell’effetto volano che può permettere al sistema di riprendersi e creare occupazione».