I lavoratrici e le lavoratrici metalmeccanici della Brianza e del Lecchese hanno votato, ad ampissima maggioranza, «sì»all’ipotesi di contratto nazionale siglata il 5 febbraio. È questo il risultato delle assemblee e delle votazioni che si sono tenute nei due territori negli scorsi due mesi e mezzo.
Azienda per azienda, gli operatori sindacali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil hanno presentato la bozza di contratto a 30.000 lavoratori in 300 società tra le quali grandi realtà come Sts Microelectonics, Technoprobe, GilardoniRaggiX e GruppoRemsa, Marcegaglia, Tenaris. Più del 90% dei dipendenti ha votato «sì».
«Questi sono numeri importanti per il nostro territorio – afferma Enrico Vacca, segretario generali di Fim Cisl Mbl – soprattutto se considerati in questo periodo di pandemia dove, in alcuni casi, non ci è stato possibile svolgere le assemblee.
Le assemblee si sono svolte al chiuso e all’aperto, in presenza e da remoto, distanziati e con le mascherine, comunque sempre garantendo la sicurezza di chi ha partecipato.
«Un risultato – conclude Vacca – che come organizzazioni sindacali giudichiamo favorevolmente perché non fa altro che rafforzare la nostra valutazione positiva di un accordo che oltre a un importante risultato economico porterà alle lavoratrici e ai lavoratori metalmeccanici significativi miglioramenti normativi a partire in primis dalla riforma del sistema di inquadramento professionale e dai miglioramenti sul diritto soggettivo alla formazione , oltre a molti altri punti della piattaforma presentata a fine 2019. Ora con l’aiuto fondamentale dei nostri delegati di fabbrica dovremo dare attuazione piena al contratto nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro».