A Monza e a Lecco si festeggerà il 1° Maggio, Festa internazionale dei lavoratori, senza cortei né concerti, ma con un’attenzione particolare ai caduti sul lavoro e per ribadire il valore della centralità del lavoro, per ricostruire su basi nuove il nostro Paese e affrontare con equità e solidarietà le gravi conseguenze economiche e sociali della pandemia.
A Monza non ci saranno appuntamenti pubblici. A Lecco, alle 9,30 sarà celebrata una messa nella Basilica di San Nicolò e poi alle ore 11 sarà deposta una corona di alloro al Monumento ai Caduti sul lavoro, largo Caleotto con interventi dei rappresentanti di Comune, Provincia, Cgil, Cisl, Uil e Anmil Lecco.
L’intervento di Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Mbl, in largo Caleotto a Lecco
Il pane e le rose.
Lavoro dignità diritti.
Per questo sin dal 1889 lavoratrici e lavoratori celebrano il 1° maggio.
Oggi ciò significa per noi rimettere al centro la persona, un lavoro che garantisca innanzitutto la salute. Siamo altresì convinti che l’Italia si cura con il lavoro. Nel giorno della Festa di lavoratrici e lavoratori Cgil, Cisl e Uil ribadiscono con forza che la ripartenza in sicurezza per il nostro Paese è possibile. Ripartire nel segno dell’unità, della responsabilità e della coesione sociale, riaffermando il valore della centralità del lavoro, per ricostruire su basi nuove il nostro Paese e affrontare con equità e solidarietà le gravi conseguenze economiche e sociali della pandemia. Il 2021 continua ad essere colpito dall’emergenza sanitaria, che già lo scorso anno ha messo tutti a dura prova. Nondimeno la campagna vaccinale in corso, pur con tutte le difficoltà dell’iter in essere, si erge a simbolo della speranza che ci permetterà di uscire dalla calamità pandemica. Vogliamo ripartire in totale sicurezza, consapevoli che il lavoro e il vaccino sono l’unica terapia possibile capace di garantire un orizzonte di futuro migliore.
Il nostro pensiero non può mancare di volgersi oggi anche a quanti sono stati colpiti sul lavoro, perché ancora troppe sono le 3.204 denunce di infortuni del 2020, di cui 10 mortali, e le 58 denunce di malattia professionale, una contabilità che sta purtroppo proseguendo nell’anno in corso. Questi numeri, uniti alle 1.209 denunce di infortuni per Covid-19 di cui 4 mortali intervenute dall’inizio della pandemia, hanno segnato in profondità il mondo del lavoro, ma non si tratta per noi di uno sterile computo aritmetico bensì di nomi e volti concreti cui va tutta la nostra solidarietà.
Un ringraziamento particolare va poi a lavoratrici e lavoratori da tempo impegnati allo spasimo in tutti i luoghi di cura, per tutelare la salute e la sicurezza della cittadinanza.
Celebrare il 1° maggio, oltre le forme esteriori insolite di oggi dettate dall’emergenza sanitaria, per Cgil, Cisl e Uil è l’assunzione di impegni e obiettivi precisi:
- aprire un tavolo di confronto strutturato e permanente con il Governo sui contenuti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per verificarne gli impatti economico-occupazionali ed operare nel segno della corresponsabilità sulle fasi realizzative dei progetti e delle riforme necessarie e attese da lungo tempo. Serve una governance che assegni anche alle rappresentanze sociali un ruolo attivo nelle fasi di attuazione degli interventi, nel monitoraggio sul rispetto dei tempi, sulla buona qualità della spesa, nonché per accelerare i cantieri e le decisioni in ogni territorio;
aumentare nelle aziende le risorse destinate alla formazione sulla sicurezza; zero infortuni mortali sul lavoro: questo è il nostro obiettivo. Se serve spendere per ottenere questo risultato, si spenda! Questa è la vera sicurezza! La sicurezza che serve per fare più civile il nostro Paese; - ammortizzatori sociali più estesi per i tanti invisibili che ancora non hanno tutele;
- battersi perché il lavoro non sia più per le donne un’alternativa ad altre priorità ma la priorità che realizza pienamente.
- Dalla crisi occorre “sortirne insieme”, per usare le parole di don Milani, dare risposte collettive, politiche, per costruire una società più inclusiva e senza barriere, libera dal malaffare e dalle mafie, capace di accogliere gli ultimi.
Per questo ancora una volta, ha senso per noi celebrare, uniti, la festa del 1° maggio.
È la festa che celebra uno dei sacri diritti dell’uomo in tutto il mondo: il diritto al lavoro.
Per Cgil. Cisl e Uil, il 1° maggio fa tutt’uno con il 25 aprile, la Festa della Liberazione dal nazifascismo, e con il 2 giugno, la festa della Repubblica democratica. Lavoro, libertà, democrazia.
E’ questo il nostro ponte, un ponte che collega le generazioni del lavoro, della libertà e della democrazia. Impediremo a chiunque di alzare muri per separare queste tre giornate, il loro significato, i valori che rappresentato.
Impediremo a chiunque di chiudere i porti davanti alle nostre speranze.
E le nostre speranze stanno nella «nostra Europa», un’Europa migliore e più sociale, che ponga al centro delle proprie politiche il lavoro, i diritti, il welfare.