Fondo “Aiutiamoci nel lavoro” proroga al 31.12.2023

Il Fondo “Aiutiamoci nel lavoro” vede prorogata la sua attività di un altro anno, fino al 31 dicembre 2023. L’obiettivo non è quello di esaurire acriticamente le risorse donate dai lecchesi. Al contrario, si tratta di fare leva sulla natura flessibile del Patto per il lavoro (sottoscritto da 26 enti e associazioni lecchesi) per collocare il Fondo dentro un nuovo campo d’azione territoriale e sociale: quello dell’attuale crisi internazionale e delle fragilità in campo lavorativo.

Le richieste pervenute nel 2022 al Fondo “Aiutiamoci nel lavoro” (421 richieste per un totale di 391.141€ erogati) confermano infatti che le temute ricadute occupazionali della crisi legata all’emergenza Covid non si sono verificate. Ciononostante, le pesanti incertezze economiche legate alle vicende internazionali potrebbero generare nei prossimi mesi ripercussioni occupazionali particolarmente negative. Per questo motivo il Gruppo Tecnico ha ritenuto fondamentale mantenere attivo il Fondo e prolungarne l’attività per un ulteriore anno, fino al 31 dicembre 2023.

Le risorse residue, circa 650mila euro, saranno destinate a due linee di intervento. Da un lato, la prosecuzione del sostegno alle persone disoccupate e l’ampliamento dei contributi alle persone in cassa integrazione a causa della crisi energetica (450mila euro). Dall’altro, il contributo per il potenziamento di progetti socio-occupazionali a favore di lavoratori fragili (200mila euro), con l’attenzione alle sperimentazioni attualmente avviate nei territori dei tre Distretti della Provincia di Lecco.

“Quella del Patto per il Lavoro è stata, ed è ancora oggi, un’iniziativa molto importante per il territorio – commenta la presidente di Fondazione comunitaria del Lecchese, Maria Grazia Nasazzi – La firma di quel Patto, a giugno 2021, è stata un evento unico sul panorama nazionale. Lo è stato per come è nato, per il lavoro di tessitura istituzionale finalizzato a costruire la rete di enti e associazioni locali sulla quale il Patto si fonda. Con il passare dei mesi, la crisi pandemica si è evoluta e concretizzata in modo parzialmente diverso dalle previsioni iniziali, almeno per quanto riguarda le sue ricadute occupazionali sul territorio lecchese. Un esito non scontato, e che oggi ci invita a mettere in atto quei caratteri di flessibilità già intrinsechi nella natura del Patto. Le proposte che andiamo ora a declinare nell’ambito del Comitato di indirizzo non sono residuali o destinate banalmente a chiudere i conti. Sono, al contrario, l’esito di un dialogo mai interrotto tra le parti, sapendo leggere la realtà del mondo del lavoro e l’impatto dell’attuale crisi internazionale. È importante precisare che, a rendere oggi possibile e reale l’attualità di questo Patto, è proprio il lavoro mensile del Gruppo tecnico, straordinariamente rappresentativo del tessuto istituzionale e associativo del territorio”.

“Come sistema dei Comuni lecchesi – sono invece le parole di Guido Agostoni, presidente dell’Assemblea dei sindaci del Distretto lecchese – avevamo aderito al Patto per il Lavoro proprio perché avevamo condiviso la necessità di queste modalità di intervento. Ora si prosegue. Fortunatamente, nella nostra provincia, non si è registrato il bilancio drammatico in termini di occupazione che si temeva durante la pandemia.  Ciononostante, stanno emergendo nuove e ulteriori situazioni legate alla crisi energetica. C’è ancora bisogno di sostenere chi ha perso il lavoro e chi vive comunque, sul territorio, una situazione più generale di fragilità sociale. Ecco perché la proposta del Comitato di indirizzo del Patto ci trova pienamente d’accordo a proseguire anche sul 2023, peraltro con un ampliamento della platea, riservando uno specifico sostegno alle fragilità”

“Il Patto sottoscritto il 22 giugno 2021 con tutti i soggetti pubblici e privati è stato assolutamente funzionale e di supporto al nostro territorio.” ha commentato Roberto Frigerio, Segretario CISL MONZA BRIANZA LECCO a nome di CGIL CISL UIL “I dati ci confermano la bontà della scelta di aprire sportelli dedicati al Fondo all’interno delle nostre sedi sindacali. La Pandemia e l’aumento dei costi energetici e delle materie prime hanno generato nuovi bisogni per molte famiglie, lavoratrici e lavoratori che nonostante il lavoro hanno serie difficoltà economiche e redditi che sfiorano la soglia di povertà. Da qui la necessità di proroga del Fondo e di ampliare anche i requisiti di accesso così da raggiungere la platea più ampia possibile di lavoratrici e lavoratori”

Fondo Aiutiamoci nel lavoro – analisi a novembre 2022