L’Aerosol Service chiederà al tribunale il concordato in continuità. Ciò significa che i lavoratori non riceveranno gli stipendi a breve. L’annuncio da parte dell’azienda è arrivato ieri in un incontro tra le organizzazioni sindacali e Giovanni Bartoli, amministratore delegato della società.
Filctem, Femca e Uiltec hanno contestato la decisione con la quale Areosol «di fatto dichiara non il riavvio delle produzioni ma al contrario la chiusura di una società che poteva dare ancora molto al territorio».
«Questa opzione non era certo inaspettata – è scritto in un comunicato sindacale – ma, se espletata, senza aver prima provveduto al pagamento di parte delle mensilità arretrate ai lavoratori, comporterebbe ovviamente l’attesa di una autorizzazione del tribunale che sicuramente, non avrebbe tempi brevissimi. Il tutto bloccherebbe di fatto il pagamento di qualsiasi spettanza a dei lavoratori che sono in situazioni economiche drammatiche».
I lavoratori stanno aspettando il pagamento di otto mensilità e tanti di loro stanno lasciando l’azienda. «Non è concepibile, come si possa pensare di proseguire con una attività senza pagare parte delle spettanze arretrate a dei lavoratori che non ce la fanno più e stanno dando le dimissioni per giusta causa in massa, per poter percepire almeno la disoccupazione». Erano 110 all’inizio della crisi, attualmente sono circa una cinquantina.
«Riteniamo la posizione aziendale assurda, anche a fronte della sbandierata volontà di ripresa delle attività produttive che, ovviamente, non potranno essere svolte da dipendenti che non percepiscono uno stipendio da quasi otto mesi».
La delegazione sindacale ha pertanto indetto una assemblea per venerdì per decidere con i lavoratori come opporsi ad una posizione aziendale «assurda e a una tattica negoziale delatoria che lascia intravedere interessi diversi rispetto al riavvio delle attività».