Lombardia, su la cassa integrazione

Prosegue la crescita della cassa integrazione in Lombardia, anche nel secondo trimestre 2019. Complessivamente sono state 9.761.271 le ore richieste dalle aziende (+5,7%), contro le 9.236.898 del primo trimestre 2019. Segnano invece un +19,8% rispetto a fine dicembre 2018 (8.143.610 ore richieste). È quanto emerge dall’ultimo bollettino dell’Osservatorio sulla cassa integrazione guadagni della Cisl Lombardia, realizzato elaborando i dati Inps.

Rispetto a marzo 2019 l’aumento della cassa integrazione si concentra sulla straordinaria (12,65%) e in particolare sulla sua causale del contratto di solidarietà (68,71%), mentre resta stabile la Cig ordinaria e continua a diminuire la Cig in deroga.

«Il contesto internazionale e in particolare quello europeo stanno penalizzando fortemente il sistema economico lombardo – afferma Mirko Dolzadelli, segretario Cisl Lombardia con delega al mercato del lavoro -. Bisogna adottare urgentemente una vera politica industriale e il rilancio dei consumi attraverso il taglio del cuneo fiscale. A Regione Lombardia chiediamo di convocare il prima possibile un tavolo interassessorile sui comparti in difficoltà e in particolare sulla crisi della grande distribuzione».

Tra le province l’incremento congiunturale più accentuato della Cig è a Lodi (70,52%), tuttavia con valori assoluti ancora inferiori del 50% rispetto all’anno prima. Seguono Como (33,91%), Varese (22,99%) e Lecco (18,8%). I cali più consistenti sono a Sondrio (-68,72%), Pavia (-40,15%) e Milano (-10,26%, i dati comprendono anche la provincia di Monza e della Brianza). Gli altri territori hanno una variazione poco significativa.

Le categorie dell’industria e costruzioni sono tutte interessate dalla crescita congiunturale della cig, dall’agro-alimentare (393,99%, anche se a valori assoluti relativamente bassi), al metalmeccanico (9,76%), con tutti gli altri compresi tra questi due valori e comunque più vicini al secondo. Seguono il trend i trasporti (146,02%), mentre in decisa flessione troviamo il commercio (-84,09%) e i servizi (-39,45%).