Cgil, Cisl, Uil: «Covid-19: prima la salute»

L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 e le conseguenti disposizioni per lo svolgimento delle attività produttive in condizioni di migliore sicurezza per la tutela della salute di tutte le persone nei luoghi di lavoro esigono azioni, comportamenti e presidi utili per contrastare il contagio.

L’adozione di misure di prevenzione
sono un obbligo a carico del datore di lavoro

Lo dice l’art.1 del Dcpm 11 marzo 2020, lo dice il D. Lgs 81/08: in tutte le attività produttive e professionali vanno adottate misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare la salute dei prestatori di lavoro.

Il datore di lavoro deve:

  • Aggiornare il Documento di Valutazione dei Rischi confrontandosi con i Rls e coinvolgendo il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione in ordine alla predisposizione di misure anche urgenti e, eventualmente, il medico competente per quanto riguarda pareri di natura scientifica, adottando tutte le misure di informazione e di sicurezza necessarie per garantire l’integrità fisica e morale dei suoi dipendenti in relazione al rischio biologico da Coronavirus.
  • Ricorrere al massimo utilizzo del lavoro agile.
  • Incentivare ferie, permessi e strumenti contrattazione collettiva.
  • Sospendere le attività nei reparti NON indispensabili alla produzione.
  • Attuare protocolli sicurezza anti-contagio, con la valutazione preventiva del rischio da parte di Datore di Lavoro con Rspp, Medico Competente, e PREVIA consultazione del Rls.
  • Adottare preventivamente misure tecnico-organizzative, con limitazione di spostamenti nei siti e di accesso a spazi comuni, anche tramite barriere fisiche o turnazioni, oltre alla fornitura di tutti i sistemi per la sanificazione di mani e superfici.
  • Attuare protocolli anti contagio per la sicurezza e, ove non fosse possibile rispettare la distanza di un metro come principale misura di contenimento, adottare idonei strumenti di protezione individuale (mascherine certificate FFP2-FFP3, in rapporto anche alle specifiche lavorazioni, protezioni facciali, guanti monouso se previsti).
  • Sanificare gli ambienti e le singole postazioni di lavoro, gli spogliatoi o le mense se ne è consentita l’apertura e la fruizione

L’informazione e la formazione preventiva per i lavoratori
sono misure generali di tutela a carico del datore di lavoro

Ai lavoratori si devono fornire aggiornamenti costanti sulle comunicazioni ufficiali degli organi competenti, oltre che le informazioni e la formazione rispetto al nuovo rischio specifico.

Ancora in queste ore si segnalano situazioni aziendali con lavoratori che si trovano ad operare e condividere spazi ravvicinati sia nei reparti che nelle mense o senza la dotazione di mascherine né alcun altro sostanziale provvedimento preso dalle Direzioni Aziendali.

Datori di lavoro e lavoratori sono chiamati a farsi carico della corretta e completa applicazione delle indicazioni emanate dalle autorità pubbliche (Governo, Regioni, Prefetture, Comuni).

In tutte le attività produttive dove permangono situazioni di inosservanza delle disposizioni vanno attivate iniziative per garantire l’attuazione di tutte le misure necessarie per la prevenzione dal rischio biologico.

Come Organizzazioni Sindacali attraverso Rsu, Rsa ed Rls vigileremo per la rigida applicazione ed osservanza delle condizioni di salute e sicurezza o la richiesta di sospensione dell’attività lavorative laddove non ci fossero queste garanzie.

La salute dei lavoratori e delle loro famiglie viene prima di ogni cosa

 

Prima la salute

La posizione di Cgil, Cisl e Uil Lombardia

In questi giorni abbiamo sostenuto «Prima la salute» e riteniamo che anche oggi, in presenza dell’ultimo Dpcm, questa sia l’assoluta priorità.

Aver scelto, come ha fatto il Governo, di far prevalere le ragioni economiche, seppur con alcune limitazioni del tutto insufficienti a fronteggiare l’emergenza sanitaria, rispetto alla prioritaria tutela intransigente e certa della salute delle lavoratrici e dei lavoratori, lasciando di fatto al sistema delle imprese il giudizio finale su cosa e come produrre, sia un errore.

Non di meno il sindacato deve agire sulla leva del “favorire gli accordi tra le parti sociali”, prevista dal Dpcm; per questo da subito abbiamo chiesto che la Cabina di regia regionale sia il luogo utile a favorire gli accordi per una significativa riduzione delle attività produttive nella nostra regione, tenuto conto sia dell’emergenza sanitaria che delle attività indispensabili e di pubblica utilità, nonché della definizione concordata di quali siano le dotazioni strumentali e i presidii di massima sicurezza e le modalità organizzative che ogni impresa deve garantire a garanzia della salute dei lavoratori, in mancanza delle quali è obbligata la sospensione dell’attività.

Così come è indispensabile che le Rsu/Rsa e le categorie territoriali, che sono al fianco di lavoratori e lavoratrici, attivino da subito in ogni azienda confronti ed iniziative per il rispetto rigido delle norme igienico-sanitarie e di protezione, anche finalizzate al rallentamento e alla sospensione delle attività produttive che risultano con tutta evidenza non indispensabili in questa fase di emergenza.

Continuare ad affermare che la tutela della vita e della salute degli operai, impiegati, lavoratori e lavoratrici di ogni settore è la assoluta priorità, che ci sono tante attività non indispensabili in una situazione grave com’è quella attuale, che è necessario un grande atto di responsabilità collettiva, sono i principi a cui ispirarsi per rilanciare un’idea di Paese e di comunità civile.

Segreterie CGIL CISL UIL Lombardia