Rsa Brianza, aumentano ancora le rette

L’auspicata inversione di tendenza nel settore socio-sanitario lombardo non si è proprio vista. Anzi, sono sempre di più le residenze sanitarie assistenziali di proprietà privata. Nello stesso tempo, aumentano le rette. Di conseguenza, il sacrificio economico per le famiglie dei pazienti ricoverati rischia di diventare insopportabile. Una situazione che la pandemia ha peggiorato.

La Fnp Lombardia, il sindacato dei pensionati della Cisl, torna a evidenziare il problema, con un’inchiesta pubblicata su Informa, il proprio periodico. I dati raccolti dicono che nella nostra regione la retta media minima, tra il 2010 e il 2020, è cresciuta del 25,73%. Cioè, la tariffa giornaliera è passata da 49,52 a 62,26 euro. Più contenuto è invece stato l’aumento registrato, nello stesso decennio, dalla retta media massima, lievitata da 57,55 a 71,45 euro. L’incremento percentuale è stato del 24,16%. Il fenomeno ha ovviamente riguardato anche Monza e la Brianza.

Nell’Ats Brianza, comprendente le province di Monza e di Lecco, le rsa monitorate sono state 68. Di queste solo quattro sono di proprietà pubblica. L’esame dei dati ha evidenziato come in questa area ci sia, a livello regionale, la percentuale più bassa (2,20%) di posti letto abilitati per le persone con un’età superiore ai 65 anni. Qui, su una popolazione residente di 1.202.939 abitanti, gli over 65 sono 276.847. I posti letto abilitati nell’Ats Brianza sono complessivamente 6.091. Anche in queste due province le rette sono cresciute. Il raffronto tra il 2015 e il 2020 evidenzia un balzo in avanti dell’11,63% delle rette minime (da 63,70 a 72,08 euro) e dell’11,81% delle rette massime (da 71,17 a 80,70 euro). La popolazione italiana, del resto, invecchia e perciò puntare sulle strutture assistenziali può rivelarsi un buon affare.

Nell’Ats Brianza, nel decennio 2010-2020, sono state realizzate altre 10 rsa. I posti letto sono diventati 1.122 in più. Un primato lombardo. Cresce, sempre per lo stesso motivo, la quota dei posti letto per pazienti solventi, cioè a totale carico del paziente. In Lombardia, nel biennio 2019-2020, i posti letto solventi sono aumentati di 265 unità. Nell’Ats Brianza sono cresciuti di 11 unità. Nelle rsa contrattualizzate, cioè accreditate con la Regione Lombardia, quest’ultima paga la quota sanitaria (40%), mentre la quota alberghiera (60%) è a carico dell’assistito.

A questo proposito la Fnp Cisl chiede che venga rispettata la legge nazionale, che prevede una ripartizione della retta al 50% . Se la rsa non è contrattualizzata, l’intera retta è a carico del degente e della sua famiglia. La Fnp Cisl Lombardia ha calcolato come la spesa per una persona ricoverata in una rsa lombarda si aggiri mediamente intorno ai 24mila euro annui. Le famiglie lombarde, tra l’assistenza tramite badanti e l’ assistenza nelle rsa, spendono circa 4,8 miliardi di euro all’anno.

«Questo scenario impone a tutti, in primis alla politica – sottolinea Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco -, una attenzione programmatoria che tenga conto del progressivo e costante invecchiamento della popolazione, destinando risorse e programmazione al tema della non autosufficienza Non è più accettabile che la dinamica di spesa venga sostenuta dalle famiglie».

«Nei mesi scorsi – commenta Beppe Saronni, segretario Fnp Cisl Monza Brianza Lecco – è stata sostanzialmente scaricata sulle rsa la complicata gestione della fase pandemica, dal trasferimento di pazienti covid al mancato sostegno economico dovuto agli obblighi di sicurezza anti pandemia. Misure che hanno messo in grave difficoltà economico-finanziaria le strutture residenziali. Occorre perciò riprogettare l’intera rete assistenziale, in un’ottica di integrazione con tutti i servizi territoriali: medici, medicina generale, assistenza domiciliare, ospedali, ambulatori specialistici, strutture residenziali leggere».